Dal 27 dicembre è iniziata anche in Italia la campagna vaccinale contro il Covid -19. La popolazione ha atteso a lungo il segnale di una ripresa dalla pandemia da Covid- 19 e l’arrivo del vaccino sembra far vedere finalmente la luce in fondo al tunnel. Al momento però, complice l’eccesso di comunicazione e fake news sull’argomento, stiamo vivendo un po’ di confusione riguardo ai vaccini attualmente approvati e in fase di somministrazione. È necessario, pertanto, fare chiarezza circa efficacia e sicurezza. Ad oggi in Italia sono tre i vaccini in fase di somministrazione: i due vaccini a base di mRNA prodotti da Pfizer-BioNTech e Moderna e il vaccino a vettore virale prodotto da AstraZeneca insieme all’Università di Oxford.
COME FUNZIONANO E PER QUALI FASCE DI ETÀ SONO INDICATI?
Premesso che i virus SARS-CoV-2 infettano le persone utilizzando la proteina Spike in grado di permettere l’accesso dei virus nelle cellule, chiariamo che tutti i vaccini attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocca la proteina Spike e quindi impedisce l’infezione delle cellule.
Vaccini Covid -19 a mRNA
I due vaccini COVID-19 a mRNA approvati per la campagna vaccinale sono ad oggi PFIZER-BIONTECH, somministrato in due dosi con un intervallo di oltre tre settimane e destinato ai soggetti di età pari o superiore a 16 anni, e Moderna, somministrato in due dosi con intervallo di 4 settimane e indicato a partire dai 18 anni di età.
Entrambi utilizzano molecole di mRNA che contengono le istruzioni affinché le cellule del soggetto vaccinato sintetizzino la proteina Spike. Le proteine prodotte stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici. Il vaccino, quindi, non introduce nelle cellule di chi si vaccina il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike.
Le proteine prodotte stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici. Se la persona vaccinata entra nuovamente in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo.
Vaccini COVID-19 a vettore virale
Un vaccino a vettore virale utilizza un virus (non in grado di replicarsi) per trasportare nelle cellule umane il codice genetico della proteina spike contro le quali si innesca la produzione di anticorpi. Il sistema immunitario si attiva dunque contro la proteina e produce degli anticorpi che, qualora il soggetto entrasse a contatto con il virus, lo proteggeranno dall’infezione.
I vaccini a vettore virale autorizzati sono ad oggi AstraZeneca, somministrato in due dosi su persone fino ai 65 anni e Johnson & Johnson, unico monodose che in Italia verrà somministrato a persone di età pari o superiore a 18 anni.
Sicurezza e possibili effetti collaterali noti
La rapida realizzazione dei vaccini Covid – 19, ha diffuso (ingiustificatamente) non poca perplessità circa la loro sicurezza. È necessario quindi premettere che tutti i Vaccini, così come tutti i farmaci comunemente utilizzati, possono causare, in rari casi, effetti indesiderati più o meno critici. Come per tutti i Vaccini, anche quelli anti-Covid vengono somministrati a seguito di un colloquio medico e prevedono di restare in osservazione per 15 minuti dopo la somministrazione, in modo tale da poter eventualmente affrontare una possibile (rara) reazione allergica. Come per ogni vaccino, nei giorni successivi alla vaccinazione, possono manifestarsi alcuni effetti collaterali che poi, nella stragrande maggioranza dei casi, scompaiono nel giro di pochi giorni. In ogni caso tali effetti devono essere considerati in relazione ai 126.697.603 casi confermati nel mondo dall’inizio della pandemia e i 2.776.175 morti (Fonte: Health Emergency Dashboard, 29 marzo ore 10.42).
Le reazioni più comuni che si risolvono entro pochi giorni dalla vaccinazione sono:
-Dolore nel sito di iniezione (92%) gonfiore (14,7%) e arrossamento (10%)
-Affaticamento (70%)
-Mal di testa (64,7%)
-Dolori muscolari (61,5%)
-Brividi (45,4%)
-Nausea/vomito (23%)
-Ingrossamento delle ghiandole linfatiche nello stesso braccio dell’iniezione (19,8%)
-Febbre (15,5%)
Reazioni gravi
Durante la sperimentazione dei vaccini sono stati seguiti due gruppi: al primo è stato iniettato il vaccino mentre al secondo (gruppo di controllo) vaccino meningococcico o una soluzione salina nel caso di AstraZeneca e un placebo (un prodotto identico in tutto e per tutto al vaccino, ma non attivo) nel caso dei due vaccini a mRNA. Seguendo gli effetti di entrambi, le reazioni avverse gravi, tali da impedire la somministrazione della seconda dose, si sono verificate in entrambi i gruppi in meno dello 0,5% dei casi e nessuno ha riferito di aver avuto sintomi respiratori dopo la somministrazione. Dimostrando così la mancanza di correlazione tra il vaccino e le reazioni gravi verificatosi.
Efficacia del vaccino Pfizer
I risultati degli studi hanno dimostrato che due dosi del vaccino, somministrate a distanza di 21 giorni l’una dall’altra, possono impedire al 95% degli adulti dai 16 anni in poi di sviluppare la malattia COVID-19 con risultati sostanzialmente omogenei per classi di età, genere ed etnie.
Efficacia del vaccino AstraZeneca
Nei partecipanti che hanno avuto la seconda dose dopo 12 settimane dalla prima, l’efficacia dopo 14 giorni dalla seconda dose, è stata dell’82,4%.
In definitiva, dunque, affidarsi al Vaccino significa preservare la propria salute e quella degli altri.
Fonti:
www.aifa.gov.it
Health Emergency Dashboard